Abbazia benedettina fondata nel 735, in un momento di grande fortuna per i monasteri nel regno longobardo, ebbe un rapido impulso sulla scia della più potente abbazia di Farfa.

Costituì nel corso del tempo una vera signoria territoriale tra la valle del Salto e quella del Turano, con numerose dipendenze nell’Italia centrale appenninica.
Nell’891 fu conquistata ed incendiata dai saraceni. Ricostruita nel secolo successivo si schierò con gli imperatori contro i papi nella lotta per le investiture. Il concordato di Worms ne sancì l’inglobamento nel nascente stato della Chiesa.
Dagli inizi del XIV secolo l’abbazia fu investita da profondi sconvolgimenti sociali, assaltata ed in parte distrutta dall’incalzare del comune reatino e dei signori locali, finché Urbano VIII non la soppresse unendola a Farfa.
Divenuto luogo di villeggiatura per i seminaristi fu definitivamente abbandonata negli anni '60 del secolo scorso.