La Chiesa-Santuario, dedicata alla santa sabina di Tora, condannata dall’imperatore Decio nel 249 d.C. al martirio, fu costruita sul luogo in cui la povera vergine fu uccisa per essersi rifiutata di venerare gli dei pagani.
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Il culto di S.Anatolia, testimoniato fin dal IV secolo da Vittricio di Rouen, si diffuse apidamente in molte località dell’Italia centrale, ed il suo Santuario è diventato meta di pellegrinaggio. Il 10 luglio di ogni anno la statua della martire viene portata in processione. Le notizie più antiche di questa chiesa risalgono ai primi decenni del secolo VIII, quando fu donata all’abbazia di Farfa dal duca di Spoleto Faroaldo II. La chiesa, edificata sul lembo dell’altopiano dell’agro torense dove sorgeva l’antica città di Tora, fu un punto molto importante per il monachesimo benedettino della zona. La chiesa attuale fu ricostruita intorno agli anni 1870 sui resti di quella antica. Cuore dell’edificio è l’antica cappella di Sant’Anatolia, in cui fu sepolta la santa dopo il martirio e che ospitò le spoglie mortali fino al X secolo, fino a quando furono messe in salvo dal furore iconoclasta dei Saraceni e trasportate a Subiaco, dove tuttora si trovano.
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