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Salto Cicolano: itinerari da scoprire nel centro d'Italia |
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Le vie del Sacro Itinerario attraverso i luoghi della santità nel Cicolano |
Leone Cliternino (Capradosso)
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Uscendo dalla città di Rieti ed imboccando la SS 578 Salto Cicolana direzione Avezzano, dopo aver superato gli agglomerati di Casette e Grotti, proseguendo sulla SP 67 verso Concerviano, si raggiunge facilmente l'Abbazia di S.Salvatore maggiore, che può essere presa come prima tappa del nostro itinerario. Poco si conosce sulle origini e sulle prime vicende del castello di Concerviano o Collis Cervini come riportano le fonti. Le notizie infatti risalgono soltanto al XIII secolo. Nel 1252 le chiese di Concerviano erano S.Nicola S.Egidio e S.Andrea, ad attestare un popolamento abbastanza consistente nell'area. Subito dopo Concerviano si attraversa il paese di Pratoianni, il toponimo probabilmente deriva dalla chiesa di s. Giovanni de Prato Iohannis, il prato di Giovanni. L'insediamento con un piccolo castello ha seguito tutte le vicende dell'abbazia di s. Salvatore Maggiore. Lasciato il paese subito dopo si avvista un pianoro tra Concerviano e Longone sul quale si erge maestosa l'Abbazia, in fase di restauro. Fondata nel 753, in un momento di grande fortuna per i monasteri nel regno longobardo ebbe un rapido impulso sulla scia della più potente abbazia di Farfa. Costituì nel corso del tempo una vera signoria territoriale tra la valle del Salto e quella del Turano. Nell'891 fu conquistata ed incendiata dai Saraceni. Ricostruita nel secolo successivo si schierò con gli imperatori contro i papi nella lotta per le investiture. Il concordato di Worms ne sancì l'inglobamento nel nascente stato della chiesa. Dagli inizi del 300 l'Abbazia fu investita da profondi sconvolgimenti sociali, assaltata ed in parte distrutta dall'incalzare del comune reatino, finchè Urbano VIII non la soppresse unendola a Farfa. Divenuto luogo di villeggiatura per i seminaristi fu definitivamente abbandonata negli anni "60.
Lasciando l'Abbazia si ripercorre la strada già fatta e prima di proseguire per la prossima tappa di Capradosso, si consiglia una rapida digressione di pochi chilometri per visitare il piccolo paese di Offeio. Grazioso borgo antico con la piccola chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a ridosso della montagna.
Da Offeio c'è un percorso alternativo per raggiungere Capradosso, una strada rurale per un tratto sterrata e piuttosto stretta ma molto suggestiva. Si consiglia di percorrerla a passo d'uomo anche per poter godere della magnifica vista del lago del Salto (5 Km circa).
Per raggiungere Capradosso dopo aver lasciato l'Abbazia è necessario imboccare la SS 578 direzione Avezzano e dopo poco uscire alla prima uscita seguendo le indicazioni per Capradosso.
Superato il bivio si curva per il paese che si estende ai margini della valle del Salto dove era situato il piccolo municipio di Cliternia, risalente ad epoca romana. Recenti indagini archeologiche, hanno consentito di riportare alla luce alcuni pezzi di un impianto termale nei pressi del bivio che conduce al piccolo centro. Entrando nel paese sulla destra si può ammirare la chiesa di Santa Maria antico oratorio francescano posto probabilmente nei pressi della Pieve di S.Andrea, oggi definitivamente scomparsa. Sulla facciata della chiesa è possibile ammirare l'affresco del Giudizio universale restituito al suo antico colore da recenti restauri, come anche gli splendidi affreschi che decorano le pareti delle navate interne. Usciti dalla chiesa e proseguendo verso il centro del paese nell'attraversare l'antica porta, si può notare un leone funerario proveniente da qualche monumento particolarmente imponente della zona.
S. Michele Arcangelo (Staffoli)
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Uscendo dal paese e proseguendo in direzione di Petrella Salto si incontra il bivio per Staffoli, svoltando a sinistra e proseguendo per un paio di chilometri si giunge nel suggestivo borgo.
A sinistra si è accolti da una chiesetta rurale di piccole dimensioni a pochi passi c'è l'ostello recentemente ristrutturato, per entrare nel paese è necessario salire a piedi ma vale sicuramente la pena, scoprire angoli perfettamente conservati incastrati tra rocce e vegetazione. Nel cuore del paese la chiesa di San Michele Arcangelo che sostituì nel 1561 la pieve di San Giovanni nella sua funzione di chiesa parrocchiale. La pieve di San Giovanni trovandosi fuori del paese venne infatti abbandonata e già nel 1700 il vescovo Marini la trovò avvolta dalla vegetazione e prossima alla "ruina finale". Di particolare pregio il castello che nel 1183 era possedimento del barone di Stiffe; distrutto fu ricostruito nel 1309 oggi però ne restano solo pochi ruderi.
Tornando sulla strada provinciale, si prosegue in direzione Petrella Salto che si raggiunge dopo un paio di chilometri. In vista del paese si ha subito l'impressione di trovarsi di fronte ad uno dei più bei borghi del Cicolano
Giunti a Petrella dalla strada principale si prosegue verso il centro dove si trovano due importanti chiese realizzate in epoche lontane: la chiesa di S. Andrea situata all'inizio della strada , risalente alla prima metà del seicento con la facciata in arenaria ed a navata unica. All'interno si trovano tele seicentesche e statue lignee.
Percorrendo la strada principale per un breve tratto e svoltando a destra si trova la chiesa della SS. Annunziata della quale si ha notizia a partire dal 1182. La facciata è molto semplice a capanna con a fianco una torre campanaria di forma quadrangolare. Divisa in due navate con finestre bifore gotiche, è decorata da affreschi pregevoli riportati alla luce recentemente.
Di notevole pregio è il palazzo Maoli in ottime condizioni di conservazione e con imponenti portali. Ha al suo interno alcuni pregevoli affreschi ed un grande camino quattrocentesco.
S.S. Annunziata (Petrella Salto)
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Se si sceglie l'autovettura, per dirigersi a Rocca Cenci, bisogna uscire dal paese e proseguire in direzione Fiamignano, svoltare a sinistra e seguire le indicazioni per la Rocca; oppure a piedi si imboccano i suggestivi vicoletti medievali e dopo una ripida ma salutare salita, si può arrivare a godere di uno dei più suggestivi panorami del Cicolano. L'altitudine e l'aria frizzante contribuiscono a creare un'atmosfera rarefatta che rende vivo ancor oggi il dramma vissuto dalla giovane e bella Beatrice Cenci che, rinchiusa nel castello insieme alla madre da un padre violento e dispotico, lo fece assassinare il 9 settembre 1598. Condannata a morte dal tribunale ecclesiastico, rimane viva nella memoria popolare divenendo simbolo dell'innocenza violata.
Lasciata la Rocca e seguendo la strada in direzione del lago del Salto, non appena usciti dal paese sulla destra, si incontra la chiesa di Santa Maria Apparì del secolo XVI. Sembra che il santuario venne edificato nel 1562, dopo un'apparizione della Madonna ad una fanciulla che si era arrampicata su un ciliegio per raccoglierne i frutti. Orinzia Colonna nobildonna di Petrella Salto, finanziò l'opera unitamente alle offerte dei tanti devoti.
La chiesa si presenta all'esterno con una semplice e compatta forma quadrata che si restringe all'interno in un ottagono regolare. Una chiesa a pianta centrale rappresenta un unicum sia per il periodo in cui fu realizzata sia per l'intero territorio. Questo ha fatto pensare che il progettista fu qualche architetto della capitale incaricato forse dalla stessa Orinzia Colonna. All'interno una grande tela ad olio risalente allo stesso periodo.
Procedendo per circa quattro chilometri si giunge a Borgo S. Pietro dove si può visitare il monastero di Santa Filippa con annesso museo. L'antico monastero delle clarisse di Borgo S. Pietro sorgeva su un'altura, fondato da Filippa Mareri sulla chiesa di San Pietro de' Molito donatale nel 1228 dai fratelli Tommaso e Gentile Mareri. Sommerso nel 1940 dalle acque del lago artificiale del Salto fu ricostruito dove si trova attualmente. E' possibile oggi ammirare la cappella affrescata di Santa Filippa smontata e magistralmente ricomposta all'interno del nuovo monastero.
Filippa Mareri (XIII secolo) all'inizio della sua avventura spirituale aveva abbandonato la nobile famiglia feudataria preferendo la vita eremitica. Con alcune compagne si rifugiò in una grotta, divenuta oggi chiesetta rupestre e meta di pellegrinaggi e di forte devozione popolare, che costituisce la prossima tappa dopo aver visitato scendendo verso il lago, anche a piedi, la graziosa chiesetta di Santa Maria delle Grazie al lago risalente al XVI secolo, restaurata nel 1999 a cura dell'ENEL . Di notevole interesse artistico è l'altare che reca un pregevole affresco della Madonna con Bambino.
Imperdibile la visita al Santuario della SS. Trinità a Vallececa, raggiungibile da Borgo S.Pietro costeggiando il lago sino a Fiumata per poi attraversarlo alla volta di Vallececa. Il Santuario fu eretto nel 1678 dal vescovo di Rieti, Ippolito Vicentini. La devozione popolare molto forte lo rende meta di pellegrinaggi annuali. Vallececa insieme all'Università di Girgenti, della quale faceva parte, venne aggregato al territorio del comune di Pescorocchiano durante il decennio francese.
Tornati a Borgo S.Pietro si imbocca la superstrada direzione Avezzano e si esce all'uscita per Pagliata, da qui si prosegue per un breve tratto in direzione Piagge. Si attraversano in successione rapida i paesi di Pagliara, Colle Rosso (bivio) e Castel Mareri.
Proseguendo verso la grotta o chiesetta rupestre, si percorre una ripida strada asfaltata che scopre magnifici scorci tra cerri, querce e scaglie di lago. Giunti in un ampio parcheggio, si continua a piedi procedendo su di un suggestivo sentiero per circa 20 - 25 minuti sino alla grotta di Santa Filippa dove vi sono in eterna attesa una statua della santa ed un altare coperto da un baldacchino ligneo, che richiama la volta della cappella del monastero.
S. Filippa Mareri
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Ricurvando sulla strada già percorsa dal bivio per Piagge si svolta a sinistra sulla sp 22 direzione Fiamignano. Dopo pochi minuti è possibile già ammirare dalla strada la Torre del castello di Poggio Poponesco.(vedi seg.). Sempre sulla strada provinciale a sinistra si incontra una fonte denominata "Dei Carpini", subito dopo già all'interno del paese un'altra fonte che risale al periodo rinascimentale e riporta lo stemma della famiglia Colonna.
Giunti al centro del paese si consiglia una visita alla cinquecentesca chiesa parrocchiale dedicata ai santi Fabiano e Sebastiano. Recentemente ristrutturata presenta un'ampia facciata un portale in pietra ed un'unica navata con copertura lignea che testimonia la tipologia delle chiese tridentine. All'interno un ciborio ligneo di notevole pregio, opera datata XVII secolo del cappuccino Michel Simone di Petrella, il più famoso intagliatore d'Abruzzo dell'epoca ed una tela dello stesso periodo.
Successivamente riprendendo la strada provinciale e svoltando a sinistra in pochissimi minuti si arriva presso le rovine del castello di Poggio Poponesco, questo fu uno degli insediamenti fortificati di maggior rilevanza dell'intero Cicolano e fece parte della signoria Mareri. Sequestrato alla famiglia per la ribellione di Giovanni, seguace di Corradino e degli svevi, nel 1269 fu reso da Roberto di Bari a Pietro Colonna, che lo detenne fino al 1276 quando morì ed il castello fu confermato da Carlo d'Angiò ai suoi figli Stefano e Pietro. Successivamente tornò ai Mareri.
Secondo una tradizione locale, il castello di Poggio Poponesco avrebbe dato i natali a Santa Chelidonia intorno al 1077. Da qui si trasferì in una spelonca dei monti Simbruini, nei pressi di Subiaco e proprio nel duomo di questa città si conservano le spoglie della santa.
Madonna del Poggio (Fiamignano)
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Percorrendo a piedi un brevissimo tratto si può godere ancora di un fantastico panorama, ed ai piedi del castello incontrare una piccola chiesa rurale denominata Madonna del Poggio. Al suo interno si trova un pregevole cancello in ferro battuto del XVI secolo ed un frammento di colonna romana. Un piccolo arco all'esterno della chiesa separa lo sguardo ed indirizza l'attenzione, come in un dipinto, verso le acque del lago Salto.
A ridosso della via Madonna del Poggio, tornando indietro, si trovano i resti del convento dei Cappuccini, quasi interamente distrutto dal terremoto del 1915, il cui tabernacolo ligneo è conservato nella chiesa parrocchiale dei SS. Fabiano e Sebastiano. Anche se il periodo consigliato per le visite è aprile-settembre, non v'è dubbio che i colori dell'autunno rendono questi scorci ancora più suggestivi.
Nel ridiscendere, prima di tornare sulla strada provinciale, direzione Santa Lucia si consiglia di proseguire in direzione altopiano di Rascino. Dopo aver percorso un tratto di strada asfaltata un po' ripida si raggiunge un valico, a sinistra del valico vi è il sito di S. Angelo in Cacumine, su cui sorge un recinto delimitato da tre tratti di mura in opera poligonale, di cui quello meridionale, è crollato nella parte centrale. A monte si scorgono le tre celle del tempio. Un piccolo cippo iscritto di età tardorepubblicana di estremo interesse, si trova nella sede comunale. Attualmente nei pressi sorge una piccola chiesa costruita negli anni 60 per devozione degli alpini.
Percorrendo l'anello in direzione l'Aquila, che si ricongiunge con la sp 22 direzione S.Elpidio, si incontrano in rapida successione i centri di Brusciano, Fagge e Santa Maria. In Fagge è ben conservata la chiesa della Madonna del Carmine. Vi si giunge dall'interno del paese percorrendo via Madonna del Carmine fino ad arrivare di fronte alla facciata, opera di notevole interesse del XVI secolo.
Proseguendo verso il paese di Santa Maria si trova nella piazza centrale la chiesa di Santa Maria delle Grazie, la struttura originaria del XIII secolo conserva ancora degli affreschi del XVII secolo di scuola laziale ed un affresco su tela del XVIII secolo di Francesco Saverio Salusti lo stesso dei Catasti onciari. La splendida Madonna lignea del XIII secolo è conservata presso la Curia di Rieti. Il culto della Madonna era molto sentito in questo territorio ed ancor oggi lo è, interessante infatti, la processione religiosa che si tiene il 5 agosto di ogni anno in onore dei festeggiamenti della Madonna della Neve. Durante la processione vengono imbanditi dei banchetti con offerta di cibi e bevande, che segnano le tappe della lunga processione e testimoniano contaminazioni pagane. E' possibile seguendo un piccolo sentiero con una scala panoramica, ammirare i ruderi della Rocca del Sambuco.
S. Maria della Neve (S. Maria)
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Tornati sulla strada provinciale si prosegue in direzione S. Elpidio attraversando i piccoli paesi del Sambuco e Santo Stefano. Curvando su due tornanti denominati Rivo Torto che attraversano il percorso di un piccolo ruscello, subito dopo si giunge a S. Elpidio ed all'interno del paese si incontra la chiesa di S.Elpidio Martire di antichissima origine. Vi furono conservate a lungo le spoglie del santo. Distrutta dal terremoto del 1915, fu completamente riedificata.
Percorrendo la strada in direzione Avezzano non appena lasciato il paese alle spalle, sulla destra c'è un bivio che porta al santuario della Madonna di Pestroce. Si prosegue su una strada sterrata ma comoda e, per circa dieci minuti, immersi nel silenzio più assoluto tra querce e castagne si arriva al santuario, la cui esistenza è documentata sin dall'anno 1398. E' tuttora meta di pellegrinaggi locali legati alla religiosità popolare.
Giunti di nuovo sulla strada provinciale si avanza in direzione Avezzano a subito si svolta a sinistra indicazione Collemaggiore .Leggermente decentrata dal nucleo principale del paese, sorge in cima ad una collina la splendida chiesa romanica di San Paolo in Orthunis, di origine monastica, edificata nel XII secolo. La facciata, è caratterizzata da un prezioso portale del 1100 e dal coronamento orizzontale della parte superiore. Il portale, strombato e decorato con raffinate colonnine lisce e tortili, contiene nella lunetta, su della maioliche colorate, la raffigurazione di San Paolo.Divisa da una semplice cornice, la parte superiore, che termina a coronamento orizzontale come le più antiche chiese aquilane, ha un oculo, attraverso il quale l'edificio viene illuminato. Mentre la parte esterna della chiesa si è conservata come era originariamente, nelle sue fattezze romaniche, la parte interna, ad unica navata, ha subito, invece, diversi rifacimenti.
Si ritorna sulla strada provinciale sempre direzione in Avezzano, passando nel paese di Borgorose e procedendo verso la zona periferica, si consiglia una visita alla Chiesa di S. Giovanni in Leopardis, appartenente ad un complesso monastico che risale all'XI secolo. Fu edificato su di un tempio pagano del V secolo a.C. ed è senza dubbio il più interessante tra i santuari italico-romani. Realizzato in opera poligonale, con 20 metri per ciascuno dei tre lati conservati e da un grosso recinto quadrangolare. Il podio del tempio fu in seguito riutilizzato per inserirvi la cripta della chiesa romanica con colonne sormontate da capitelli zoomorfi ed antropomorfi, rubati purtroppo alcuni anni fa. La costruzione, sulla quale sono stati fatti interventi di restauro, è stata dichiarata Monumento Nazionale nel 1982 dal Ministero della Pubblica Istruzione.. Tornando sulla strada provinciale nei pressi del bivio di Corvaro poco distante dal centro abitato di Collefegàto, lungo la strada che porta a Corvaro, sorge la piccola chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie. L'edificio religioso venne fatto costruire dai benedettini sui resti di alcune costruzioni pagane,la facciata anteriore in pietra viva locale, coronata da un timpano arcuato, è caratterizzata da un oculo, attraverso il quale l''interno viene illuminato, e da una lunetta affrescata con l'immagine della Vergine con il Bambino. Il campanile, collocato a sinistra della facciata, venne edificato ex novo nel 1935. La facciata posteriore si contraddistingue, invece, per la presenza, alla sua base, di massi che appartenevano ad un muraglione, in opera poligonale di III maniera, al quale si sovrappone un altro tratto di muro in opera reticolata. Questo complesso era probabilmente pertinente ad una villa rustica romana insediatasi dopo il fenomeno di colonizzazione, operato dai Romani, tra il IV e III secolo a.C. La chiesa-santuario, sottoposta a due significativi interventi di restauro, uno nel 1935 e l'altro, più recente, nello scorso decennio, si contraddistingue per la sua straordinaria eleganza architettonica.
S. Giovanni in Leopardis (Borgorose)
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Proseguendo lungo le vie del sacro verso Corvaro e lasciando alle spalle il tumulo (vedi percorso archeologico) e lo stesso paese con la splendida rocca ed il borgo medievale ormai abbandonato, non appena usciti dall'abitato a circa due chilometri di distanza, si incontra una chiesa fondata dai frati francescani, San Francesco Vecchio, del XIII secolo. Corvaro ha il vanto di aver dato vita alla prima congregazione di Terziari Francescani di cui si ha menzione in Abruzzo, e forse una delle prime in Italia, risalente al 1222, un anno dopo l'istituzione dell'Ordine. La chiesa e il convento vennero edificati in onore del Santo d'Assisi, che soggiornò sicuramente a Corvaro, al tempo del suo secondo viaggio nel Cicolano, prima della sua morte avvenuta nel 1225. Il complesso monastico, sito in un luogo tranquillo lungo le pendici delle montagne della Duchessa, si presenta con forme in stile romanico- abruzzese, misto a reminiscenze gotiche. Attaccato al muro di fondo della chiesa c'è il convento, ormai abbandonato, affiancato da un terreno recintato, coperto da prati e alberi, un tempo utilizzato dai frati come cimitero.
Continuando lungo la strada in direzione Avezzano si arriva rapidamente a Sant'Anatolia, dove si incontra il santuario di Sant'Anatolia. La chiesa-santuario, dedicata alla Santa sabina di Tora, condannata dall'imperatore Decio nel 249 d.C. al martirio, venne costruita sul luogo in cui la povera vergine, venne uccisa perché si rifiutò di incensare e venerare gli dei pagani. Il culto per la Santa, testimoniato fin dal IV secolo, si è diffuso, in breve tempo, in molte località dell'Italia centrale, ed il suo santuario è diventato meta di pellegrinaggio. Il 10 Luglio di ogni anno la statua della martire viene portata in processione. Le notizie più antiche di questa chiesa risalgono ai primi decenni del secolo VIII, quando fu donata all'Abbazia di Farfa dal duca di Spoleto Faroaldo II. La chiesa edificata sul lembo dell'altopiano dell'agro torense, dove sorgeva l'antica città di Tora, fu un punto molto importante per il monachesimo benedettino della zona. La chiesa attuale fu ricostruita intorno agli anni 1870 sui resti di quella antica, il cuore dell'edificio è l'antica cappella di Sant'Anatolia(*). Inoltre da segnalare in Sant'Anatolia una chiesa dedicata a S.Nicola di Bari, di origine monastica, datata al IX secolo. Pregevole il portale che è stato costruito riutilizzando materiali di epoca romana, e la chiesa della Madonna Addolorata del 1200, quasi completamente distrutta.
Torre di Torano
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Tornando indietro si raggiunge Torano e la sua imponente Rocca. Le prime informazioni relative al castello risalgono al 1113, le mura di cinta del borgo medievale erano multiple e potenziate da 12 torrioni, lo stemma del castello era un toro rampante in campo azzurro. All'interno del paese si incontra la chiesa parrocchiale di San Pietro, risalente al XV secolo con uno splendido portale dello stesso periodo, chiesa agostiniana con annesso il convento, soppresso da Gioacchino Murat. La chiesa ha una bella torre campanaria e conserva all'interno antichi affreschi.
Uscendo dal paese si raggiunge l'ultima tappa di questo percorso, la chiesa di San Martino, risalente al XIII secolo, posta fuori dal castello fu edificata con l'interno a tre navate. Una torre campanaria gotica si erge sul fondo. Il declino di questa chiesa cominciò nel XIX secolo, fu abbandonata nel XX secolo, dopo essere stata quasi completamente distrutta dal terribile terremoto del 1915. Il castello di Torano.
(*) Sant'Anatolia , unitamente a Santa Filippa ed a Santa Chelidonia rappresentano esempi di santità "femminile" nel territorio del Cicolano. Un percorso all'interno delle vie del sacro può prevedere la visita nei luoghi delle sante: monastero di Santa Filippa Mareri a Borgo S. Pietro, grotta della santa, Poggio Poponesco e speco di Santa Chelidonia a Fiamignano, ed infine santuario di Sant'Anatolia nell' omonimo paese.
Le vie del Sacro
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