L’identità culturale dell’intero territorio che scopriremo lungo il percorso, appare ed è definita dalle particolarità che emergono dagli stessi centri. La storia del Cicolano, nonostante la povertà della regione, collocata tra impervie montagne e da sempre caratterizzata dalla dispersione degli insediamenti umani, è stata ricca e varia. Per aver un concetto sia pur fugace dell’importanza del popolo degli equi, antichi abitanti del territorio del Cicolano, basterebbe ricordare che Plinio il Vecchio ne faceva arrivare il loro territorio originale fino al di là di Tivoli con 41 città importanti, tra cui Cliternia, Vesbola, Suna, Nersae e Tiora, l’ubicazione delle quali è attestata da molteplici ritrovamenti archeologici (vedi itinerario “Alla scoperta delle origini”). Ma quali che furono le vicende equicole dell’antichità, il Cicolano attuale affonda le sue origini umane e sociali nel medioevo, allora infatti cominciarono a nascere e si affermarono i centri incastellati, le cui rovine rappresentano il cuore di questo percorso, tanto che verso la fine del secolo si potevano contare circa trenta castelli. L’arrivo dei normanni nel 1143 fu decisivo nel dare un assetto diverso al territorio, grazie al dominio esercitato da Gentile Vetulo, uno degli ultimi discendenti della famiglia dei conti borgognoni di Rieti, che abitava a Pescorocchiano. In seguito le famiglie dei Mareri e dei Colonna furono le protagoniste della storia del Cicolano fino alle soglie del XVII secolo. Il secolo XIX, che per il Cicolano come per tutto il regno di Napoli si apre con la fine del feudalesimo, è denso di avvenimenti: adesione all’Unità d’Italia e fenomeno del Brigantaggio. Quest’ultimo interessò l’intero territorio dal 1860 al 1867, e, vide nella zona, particolarmente attive le classi popolari, tese a non criminalizzare i briganti che si reinserivano nel contesto sociale contadino, nei periodi in cui non erano impegnati in azioni di brigantaggio. Nel 1915 un terribile terremoto cancellò gran parte dei paesi. Alcuni centri scomparvero del tutto, altri furono ricostruiti cambiando totalmente fisionomia. Nel 1927 il Cicolano entrò a far parte della nuova provincia di Rieti, poi venne la guerra ed il fascismo. Nel 1940 la costruzione dell’invaso idroelettrico del Salto sommerse i paesi di S. Ippolito, Fiumata, Teglieto, Borgo San Pietro, ricostruiti più a monte. Il secondo dopoguerra e il fenomeno dell’industrializzazione segnarono l’inizio di uno spopolamento dovuto alla fuga di forze giovani verso la città. Oggi il territorio comincia a muovere i primi passi verso l’offerta di un turismo di qualità.
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| Tappa 11 - Rocca Vittiana Varco Sabino Rocca Vittiana Costeggiando il lago in prossimità della diga si giunge a Rocca Vittiana. Per visitare il paese è necessario lasciare l’auto e raggiungere a piedi l’antico borgo perfettamente conservato. Il centro, situato su uno sperone roccioso, si snoda tra viuzze caratteristiche e stretti vicoli, dominando la parte finale del lago Salto verso l’imponente diga.
Clicca per vedere il virtual tour della tappa >> | | Tappa 12 - Cenciara Concerviano Cenciara Superata l’imponente diga del lago Salto si giunge al bivio per Concerviano, presso il quale sorgeva un tempo l’antica dogana, passaggio obbligato per chi transitava tra Stato Pontificio e Regno Di Napoli (crocevia con l’ itinerario “I luoghi della santità”).
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